La banalità del male
Il
termine “banalità del male”
è stato coniato dalla filosofa Hannah Arendt.
Seconda
la filosofa statunitense
“banalità del
male” non significa che il male sia insignificante, ma che può essere commesso
da persone comuni.
Arendt infatti pensa che il male non è sempre commesso
da persone crudeli o; può essere messo in atto da individui comuni, che
eseguono ordini senza riflettere sul significato morale delle proprie azioni.
Il pericolo è la cieca obbedienza, il conformismo e la
mancanza di riflessione personale. Il male diventa “banale” quando le persone
agiscono senza pensare, senza mettere in discussione ciò che stanno facendo.
Questo è un
fenomeno che si trova spesso nelle masse, si può verificare anche in luoghi
scolastici o lavorativi.
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